Note critiche introduttive a cura di Giorgio Falcioni

il gatto nello specchio

...la profonda compenetrazione di una passione conoscitiva emerge in Sandro Conti dalle esperienze di una realtà in evoluzione, in cui le figure, gli oggetti, i paesaggi, svelano a poco a poco gli elementi reconditi che hanno toccato l'animo dell'artista, che ritrae la memoria del vissuto e forse del sognato, più della raffigurazione dell'entità astratta o concreta che si formalizza nel tratto e nel colore; le cose animate o inanimate non sono fini a se stesse, ma media destinati a far scoprire aspetti velati e presenze adombrate, a stimolare i segnali evocativi della coscienza del fruitore.

Nei quadri di Sandro Conti, dalla staticità del soggetto, emerge quindi una dinamicità propria dei particolari; gli elementi concorrono a formare una struttura spaziale che va oltre l'oggetto, realizzando così una trans-figurazione, cioè un passaggio dall'esplicitazione dell'oggetto all'uso dell'oggetto stesso e perciò all'umanità di cui esso è pervaso e che lo vitalizza. L'artista non perde occasione per rammentare che anche la "cosa" astratta ha una funzione propria che va oltre la forma e passando dalla cronaca alla sua traduzione simbolica realizza una più accentuata intensità, perché la cronaca valorizza le implicazioni, è più coerente come linguaggio e porta all'astrazione: l'astratto è presente nella realtà, come pure il surreale e il metafisico che emergono anche dalle situazioni ordinarie, attraverso le volute ambiguità di taluni particolari, ad esempio nelle immagini riflesse di "il gatto nello specchio", mentre la presenza di elementi animati delimitanti lo spazio richiamano l'onirico di Magritte.

Passa la banda

L'influsso di Cavalli e della Scuola Romana, attualizzato dal messaggio sensoriale di Balthus, è evidente in alcuni dipinti e particolarmente nel moderno ed attuale - perché meno legato alla tradizione rinascimentale - "Passa la banda" che costituisce una espressione importante nella ricerca di Conti volta a rinnovare modelli del passato, dalle figure ieratiche degli etruschi alle composizioni "piene" di Piero della Francesca...

...le strutture compositive che si avvalgono di diversi punti di luce, il rapporto colore-materia, la teatralità delle scene, i nudi non formali ma essenzialmente "umani", i disegni monocromi con punti di colore, i controluce, le differenze di scala, la grafica a volte quasi da incisore, i materiali adattati di volta in volta al soggetto, costituiscono altrettanti mezzi che consentono a Sandro Conti di esprimere la pienezza della sua ispirazione perennemente in bilico tra vissuto e immaginato; e il rapporto interno-esterno di molti suoi lavori sviluppa la convivenza tra l'ambiente, l'uomo e ciò che l'uomo ha fatto, tra le cose e le persone che le vivono, le usano, le caratterizzano.